AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 19 novembre 2016

Oggi, 19 novembre 2016 beatificato Padre Maria-Eugenio del Bambino Gesù ocd

                                 













È stato beatificato questa mattina nel Parco delle Esposizioni di Avignone, in Francia, Maria-Eugenio del Bambino Gesù, al secolo Henri Grialou, sacerdote professo dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, vissuto nel secolo scorso e fondatore dell’Istituto secolare Notre-Dame de Vie. Alla cerimonia, in rappresentanza del Papa, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato. Scopriamo la figura del nuovo Beato nel servizio di Roberta Barbi
Santa Teresa del Bambino Gesù, San Giovanni della Croce e Santa Teresa d’Avila: sono questi i fulgidi esempi che illumineranno fin dalla giovinezza la vita spirituale di Maria-Eugenio del Bambino Gesù. Nato povero nel 1894 in una famiglia di minatori dell’Aveyron, una vocazione precocissima che non fece pesare economicamente sulla propria famiglia, partendo solo per Susa, dove lo accolsero i padri della Congregazione dello Spirito Santo. Ma non è la vita missionaria a chiamarlo, così torna nel seminario minore di Rodez.
Tre grandi esempi di santità

Ha 13 anni quando legge per la prima volta gli scritti di Teresa di Gesù Bambino – allora neppure Beata – e trova in lei un’amica d’infanzia con la quale crescere nella luce di Cristo. Il 13 dicembre 1920 gli capita per le mani una biografia di San Giovanni della Croce e ne resta folgorato: è sulle sue orme che il Signore lo chiama a camminare, tanto che sul letto di morte dirà: “È con San Giovanni della Croce che io vivo, nel profondo della mia anima”. Dopo l’ordinazione sacerdotale, sceglie, dunque il Carmelo, e nel noviziato dei Carmelitani scopre la grande riformatrice dell’Ordine, Santa Teresa d’Avila, trovando in lei la propria madre spirituale.
Una vita a servizio dell’Ordine dei Carmelitani scalzi
Maria-Eugenio pone al centro della propria esistenza lo Spirito Santo, che percepisce come “amore sostanziale, verità, luce, spirito che fa l’unità delle anime, della Chiesa e del Carmelo”. È lo Spirito ad abitare la sua anima desiderosa di diffondere sempre più la misericordia di Dio, cioè l’amore gratuito che vuole sfamare i più piccoli e i più poveri. Per tutta la sua vita servirà l’Ordine carmelitano scalzo, prima da definitore e vicario generale, tre volte da provinciale (morirà in carica, nel 1967), da visitatore apostolico dei monasteri francesi delle monache carmelitane e da incaricato della Congregazione per i religiosi di organizzare la federazione dei monasteri. 
Il carisma della fondazione si concretizza nell’Istituto Notre-Dame de Vie
Già nel 1929 alcune giovani donne che vogliono donarsi a Dio gli chiedono di guidarle e così il sacerdote capisce che la sua missione è quella di condurre le anime a Dio, di formarle all’unione della contemplazione e dell’azione, mostrando loro il cammino dell’orazione e della vita nello Spirito. Nasce così il Notre-Dame de Vie, che oggi è un istituto secolare di diritto pontificio composto da tre rami autonomi: uno femminile, uno maschile laico e uno sacerdotale, e conta circa 600 membri.
“Voglio vedere Dio”, l’eredità spirituale del Beato
Ma condurre gli uomini a Dio è anche l’obiettivo di “Voglio vedere Dio”, il libro che il beato Maria-Eugenio del Bambino Gesù lascia in eredità a tutti noi, come vademecum verso la santità. In esso il Carmelitano ci prende per mano guidandoci nella crescita nell’amore e nell’abbandono all’azione dello Spirito, a Dio che ci chiama ad incontrarlo nella fede e così ci trasforma: “Ci sono ovunque persone che cercano Dio – scrive – o, se potessi raggiungerle tutte e parlare loro dell’Amore infinito!”. Ma è proprio con queste pagine, in cui risuona il grido di Teresa d’Avila bambina, che riesce a raggiungere i cuori di quanti vogliono farsi apostoli della Chiesa, al di là del tempo e dello spazio.


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